Il selfie, pratica diffusissima che prevede un autoscatto fotografico eseguito da un qualunque apparecchio digitale e principalmente finalizzato alla pubblicazione sui social network, offre spunti interessanti dal punto di vista coreografico. Il corpo è costretto a deformazioni e rigidità innaturali, il mettersi in posa obbliga a una più acuta e amplificata coscienza della propria immagine o di parti di essa.
In scena le performer si muovono all’interno di uno spazio percepito come un set fotografico, di fronte agli obbiettivi o in attesa di esserlo. Affidandosi a una gestualità quotidiana o costruendo figure stereotipate cercano di rimediare alla fragilità dovuta all’idea di essere costantemente esposte e catturate da immaginari scatti. Queste istantanee fittizie possono provenire dall’esterno, da parti del proprio corpo o da sezioni di corpi altrui, generando simultanee, automatiche e frammentarie esibizioni di sé. A livello coreografico si riproduce l’azione dello zoom fotografico attraverso la selezione continua e nervosa di punti del corpo da sottolineare ed evidenziare. L’ossessionante e impudica sovraesposizione genera solitari e artificiosi paesaggi stranamente privi di contesto, in un’atmosfera tuttavia svagata, ironica in quanto deliberatamente frivola.
Related Items
MOUSTACHES
Set di improvvisazione strutturata, scenografia leggera, durata 20 min. ca.
Panic
Spettacolo di danza contemporanea, durata 45 min., in scena un cumulo di terriccio.
IN BETWEEN ORCHESTRA
Performance di Danza Contemporanea – Concerto, durata 20 min. ca
TERRATERRA – Ecologia di Scena
Performance di strada, di 20 min. ca. riadattabile in palcoscenico, scena nuda.